Quest’anno, sono 22 anni che mi sono trasferita in Italia.
Posso dire che in tutto questo tempo ho avuto la fortuna di fare diverse esperienze sul territorio. Ad esempio, nel 2006 ci sono state le Olimpiadi, nel 2015 EXPO Milano, e poi diverse esibizioni e eventi, convegni, tour guidati per le riviste e la televisione giapponese, tour incentive organizzati per le aziende e per i turisti giapponesi interessati a scoprire il territorio italiano: in tutte queste occasioni, ho avuto modo di provare sulla mia pelle, di toccare con mano le necessità, ma anche le difficoltà, di aziende e privati che si trovano ad operare in territorio straniero, giapponese o italiano che sia.
E questo mi ha portato a fare alcune riflessioni su come poter aiutare le aziende ad operare in modo migliore e più proficuo per tutti.
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In primo luogo, il problema è sicuramente quello della comunicazione.
Due persone provenienti da paesi diversi che vogliono comunicare tra loro in maniera effettiva si trovano davanti non solo l’ostacolo linguistico, ma anche e soprattutto il problema di far comprendere all’altro il significato profondo di ciò che si vorrebbe esprimere.
Soprattutto nel mondo degli affari, usare le parole giuste al momento giusto è fondamentale e decisivo per il buon esito di una trattativa.
In tanti anni di esperienza ho notato che si cerca di ovviare al problema usando come lingua franca l’inglese, ma sempre più spesso la nuance che si vorrebbe dare utilizzando una parola invece di un’altra, si perde nella traduzione dalla propria lingua madre ad una che non è la propria e quindi non suona naturale.
Penso che quindi sia fondamentale cercare di trasmettere nel modo più fedele possibile ciò che si vuole dire, ciò che si pensa, e credo che una persona in grado di comprendere entrambe le culture e le abitudini delle due parti sia una figura preziosa da non sottovalutare nelle trattative di affari.
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Inoltre, non va dimenticata la difficoltà in sé del commercio con paesi stranieri.
La situazione economica attuale richiede grossi investimenti nell’internazionalizzazione e nell’approccio alle aziende estere. Le grandi compagnie, che hanno un capitale consolidato e liquidità disponibile, possono permettersi di partecipare alle fiere di settore internazionali ed investire nelle pubbliche relazioni e nell’innovazione tecnologica, anche magari perdendo a volte parte di questi capitali, ma per le piccole e medie imprese, che costituiscono la maggior parte del patrimonio imprenditoriale italiano, la situazione è molto più complessa.
A questo si aggiunge il fatto che nella situazione mondiale attuale, i paesi stranieri a cui ci si approccia non sono più quelli appartenenti alla comunità anglofona come in passato, ma fanno parte sempre più spesso di paesi in cui l’inglese è poco conosciuto, come il Giappone: questo spesso rende gli investimenti fatti infruttuosi o poco proficui proprio perché di base c’è l’errata convinzione di poter fare affari con l’inglese, anche dove questa lingua non è usata.
WorldBizMeeting nasce proprio con l’intento di risolvere entrambi questi problemi. Sfruttando un mezzo globale potente come Internet, vogliamo dare alle aziende la possibilità di mettersi in vetrina e far vedere i loro prodotti all’estero, ma soprattutto di comunicare usando la propria lingua madre e non l’inglese, fonte spesso di incomprensioni e fraintendimenti.
Enogastronomia e turismo, abbigliamento e tecnologia: senza limiti di categoria, il nostro obbiettivo è quello di creare una rete di professionisti e aziende che possano lavorare in sinergia, collegando l’Italia e il Giappone attraverso un ponte fatto di figure professionali, traduttori e interpreti, business counselor e eccellenze del territorio. Iniziando da questi due paesi, il mio sogno è quello di riuscire a collegare tutto il mondo in un unico network che possa portare benefici a tutti i livelli, partendo dalle micro e piccole imprese fino al quelle più grandi e diversificate.
Il lavoro dello staff che sta dietro al sito worldbizmeeting.com non si limita alla costruzione del profilo aziendale, ma è fatto di aggiornamenti continui, consulenza e supporto: in questo modo ho voluto creare un sito di business matching in cui si possa sentire il calore umano delle persone che ci lavorano.
Perché l’innovazione è anche questo: restare fedeli alle proprie radici, senza dimenticare che il lavoro è fatto dalle persone, e che dietro ad ogni azienda ci sono esseri umani che hanno bisogno di comunicare tra loro, anche quando di mezzo ci sono difficoltà linguistiche e decine di chilometri di distanza.
Innovare è possibile, sempre.